BIOGRAFIA Franca Frittelli


Scultrice – Scenografa – Ricercatrice e studiosa della cultura di Genere nella Arti Figurative

FRANCA FRITTELLI vive e lavora in toscana.
Il suo atelier si trova all’interno del bellissimo parco di piazza garibaldi a vada, nel comune di Rosignano Marittimo ( Livorno) a trecento metri dal mare.
avvicinandosi all’ingresso si fanno subito notare alcune delle sue opere in marmo bianco delle Apuane.
La Frittelli ha radici artistiche lontane infatti il fratello del nonno materno Riccardo Marchi noto novelliere livornese, e’ l’architetto/scenografo Virgilio Marchi(1895-1960) uno dei maggiori scenografi italiani dell’ immediato dopoguerra, esponente di spicco del Futurismo italiano e firmatario del ‘’manifesto dell’architettura futurista dinamica stato d’animo, drammatica’’. Nel 1920 famoso scenografo teatrale di Anton Giulio Bragaglia, Trenker e Blasetti e cinematografico nei film neorealisti con Rossellini, Vittorio de Sica ed altri.
Franca Frittelli proviene dall’Accademia di Belle Arti di Firenze ed e’ docente di disegno e storia dell’arte. Dal 1977 al 1982 lavora nel teatro e cinema sperimentale.
Partecipa alla costituzione del gruppo d’avanguardia ‘’ Teatro vita ’’ con il quale lavora prima come attrice, poi come autrice di pieces teatrali.
Nel 1977 insieme al Teatro vita mette in scena lo spettacolo teatrale ‘’Devo aver capito male qualcosa in questa storia’’ successivamente ne viene fatto dello stesso una splendida versione cinematografica sperimentale che riceverà la targa Fedic al Festival Nazionale di Montecatini.
Nel 1980 partecipa a seminari di specializzazione nel settore dello spettacolo.
Nel 1984 scrive la piece teatrale ‘’ E’ mio il mondo ‘’ autobiografia che contemporaneamente illustra con 50 tavole a tempera e con le quali allestisce l’audiovisivo omonimo.
Successivamente si specializza in tecniche della ripresa televisiva e realizza audiovisivi, artistici, dadattici, culturali per il mondo della scuola e documentari industriali.
Dal 1990 il suo interesse si concentra sulla scultura.
e’ attratta dal movimento del corpo umano.
Studia danza classica e contemporanea ed inizia infatti una sua personale interpretazione della figura umana traendo frequenti spunti proprio dai grandi ballerini e dalle famosi danzatrici.
E’ osservando e comprendendo i movimenti perfetti del grande coreografo Maurice Bejart che crea una serie di grandi, piccole e medie sculture su Romeo e Giulietta.
Altre fonti di ispirazione saranno in seguito grandi figure della danza come Martha Graham, A. Aley, I. Duncan, M. Cunningham , Forsyte. Oggi raccolte presso il Parco delle sculture La Giunca nel Comune di Rosignano M.mo di proprietà dell’artista.
Dal 1993 partecipa a Simposi Internazionali di Scultura in Italia e all’estero eseguendo sculture monumentali oggi collocate in piazze e parchi pubblici e privati.
Non e’ facile comprendere il percorso artistico della Frittelli, nelle sue opere vi sono tendenze diverse e richiami culturali differenti. Ella varia di volta in volta, la sua ricerca e’ fatta di molteplici periodi espressivi, e’ infaticabile nella ricerca, nell’invenzione di nuove forme.
L’armonia e la gioia, la leggerezza e l’equilibrio sono le costanti della sua produzione artistica e i soggetti affrontati mettono in risalto il suo sentimento lirico.
Le superfici delle sue sculture ci richiamano all’acqua, alla roccia, alla terra, alla vegetazione e sono caratterizzate da un forte senso plastico, la linea curva sempre presente esalta il movimento ed accentua la rotondita’ delle masse che sono alternate da zone di sereno e da zone di tempesta, la materia viene trattata come scoglio corroso dal costante infrangersi delle acque, o meteorite consumata dai venti spaziali, o lava scaturita dal ventre infuocato della terra alternata a zone di dolce e sinuoso declivio.
L’importanza globale del lavoro artistico di ‘’ questa maestra della scultura ‘’ e’ la sua capacita’ di rendere propri tutti i materiali tipici della modellazione: marmo, pietra, ceramica, bronzo, legno, resina.
Questa artista non usa formule ripetitive per imporre la sua fisionomia artistica ma fa leva sulla sua creativita’ cercando di essere sempre se stessa per ogni nuova opera.
Ho visto per la prima volta Franca durante il concepimento di una grande scultura in marmo, aveva guanti da lavoro, maschera antipolvere al naso e alla bocca e cuffia antitrumore, tra le mani teneva un pesantissimo flessibile per eseguire i tagli per la sbozzatura che manovrava con estrema maestria alternandolo allo scalpello pneumatico.
ricoperta da capo a piedi dalla finissima polvere bianca del marmo tagliava e scolpiva questo blocco alto più di 2 metri con entusiasmo e irruenza.
Fu questa l’occasione della mia vita che mi consenti ’ di vedere venir fuori da un parallelepipedo di marmo di 6/7 tonnellate le figure finali per un monumento.
Guardando la Frittelli all’opera dobbiamo constatare che il suo ritmo di lavoro non e’ inferiore ai suoi colleghi uomini.
Ed e’ proprio per questa sua tenacita’ nel portare a termine le opere che viene invitata spesso a simposi di scultura in varie parti del mondo.
E’ interessante notare come abbia unito due elementi importanti: la prestanza fisica per affrontare uno sforzo considerevole e la sicurezza nel togliere le masse di marmo per dar forma alle sue movimentate figure.
Nelle sue opere abbiamo l’impressione di vedere ‘’arte religiosa ‘’ anche quando nella maggior parte dei casi rappresenta figure profane.
I personaggi molto spesso sono caratterizzati sia che siano donne o uomini, da un senso di grande autorità e dottrina quasi ‘’ ierofanti ’’ in procinto di mostrare le cose sacre.
Nelle sculture della Frittelli risalta fortemente la differenza tra la ‘’ forma aperta ’’ e la ‘’ forma chiusa ’’ ovvero fra lo strile epico e lo stile drammatico.
Ed e’ proprio in questo frangente che la vediamo impegnata cosi’ profondamente sul proprio blocco eseguito con una perizia tale da raggiungere veramente dei ‘’risultati unici‘’.
Il suo lavoro comprova e rende più solida la definizione di arte nella quale ci si riferisce in genere ‘’ all’attivita’ dell’uomo basata sul possesso di una tecnica ‘’ e su questo non c’e’ nessun dubbio sulla tecnica della Frittelli ma anche su ‘’ un sapere acquisito sia teoricamente che attraverso l’esperienza”.
E anche su questo la Frittelli possiede delle fondamenta a prova di terremoto.
la mia ipotesi potrà sembrare azzardata ma la scultrice in questione sia come personalita’ del mondo artistico e sia per il colossale lavoro creativo dell’ultimo decennio si inserisce nel panorama artistico del terzo millennio con prorompente vitalità, creativa ed innovativa specialmente per la posizione che la donna deve assumere sotto ogni aspetto per competere col potere acquisito dall’uomo nell’arco della storia dell’umanita.
I lavori di questa scultrice risultano essere adeguati ai canoni estetici del bello di questo periodo storico e non possiamo giudicare le sue opere basandosi solamente sui valori formali.
Le sue opere sprizzano impegno sociale, dramma e commedia di un mondo in degrado.
l’essenza del sentimento, il vero sentire.
L’artista con le sue sculture ha creato un linguaggio ‘’forte’’, pur sempre con connotati tipicamente femminili in grado di allinearsi senza problemi ad ogni altro linguaggio maschile creando un punto di riferimento per l’inizio del cammino della donna del terzo millennio, determinata, responsabile delle sue azioni e non subalterna all’artista uomo.
Prima di prendere in analisi alcune sue opere che mi hanno colpito particolarmente voglio sottolineare che i soggetti predominanti della produzione artistica della nostra scultrice sono figure femminili.
I soggetti scaturiscono dalla fusione del ‘’ mitologico – teatrale – odierno e la maggior parte di essi sono basati su favolosi ‘’ equilibri impossibili ‘’ o “ movimenti esasperati’’.
Come l’artista africano anche la Frittelli non cerca di riprodurre fedelmente la natura, ma di evidenziare l’intimo significato, esprimendo l’essenza della figura che si vuole evocare.
Le figure sono amplificate, semplificate, deformate,
i piani e le curve accentuate esprimono il movimento,
per fissare la quarta dimensione: ‘’ il tempo ‘’
credo fortemente che lo sforzo dello scultore occidentale consista essenzialmente nel trovare nell’essere ciò che è forte e fondamentale per durare nel tempo e di rifiutare quanto è fuggevole, strano e superficiale.
Nel caso di questa artista talvolta le forme sono esagerate, le curve e i volumi accentuati, ogni elemento del corpo scolpito indipendentemente dall’architettura generale dell’opera che, pur lontana dal verismo, esprime ‘’ la vita “ .
Alcune sue opere mi hanno colpito per la forte espressivita’ e per il suo intrinseco simbolismo.
Una scultura molto importante concepita a mio avviso per essere un monumento è la barca ‘’ in bronzo facente parte delle sculture del ciclo della danza eseguita nei primi anni ‘ 90 composta da due figure, una femminile e una maschile: la donna e’ seduta compostamente in un atteggiamento regale sui piedi possenti ed invisibili di un uomo che ricorda il dio fluviale ‘’ inaco ‘’ che con le braccia protese in avanti scorre flessuoso sulle acque.
Le figure formano un angolo retto e la donna ricorda in maniera impressionante una dea marina ‘’ una nereide ‘’ in procinto di segnalare il pericolo ai naviganti.
La superfice della scultura è una materia che ricorda l’eterna lavorazione delle correnti marine e delle onde sugli scogli.
Qui, la figura femminile e’ rivalutata: è una donna guida, una donna indicante, una donna al timone di una barca che non ha rotta.
Sempre del ciclo della danza è ‘’ la donna viola ‘’ una figura d’impatto alta circa 180 cm di un color bronzo e viola, metà donna e metà serpente, emana una prorompente sessualita’ data dalla fasciatura delle vesti e dall’atteggiamento preciso e provocatorio. analizzando la figura dal basso verso l’alto, notiamo al posto dei piedi una specie di grande ventosa che funge da base ma che vuole simboleggiare la staticita’ della donna sulla terra .
Risalendo il corpo, le gambe sono modellate come un serpente mentre una torsione che trasforma il corpo in un tronco d’edera rende pian piano il torso atletico e poderoso caratterizzato nella parte finale da un viso seminascosto e dalla massa dei capelli che scendono come lava a ricoprire il viso dai lineamenti molto forti di spunto africano.
Queste sculture che ho descritte sono le sculture create dall’artista sul tema della danza. Per essere realizzate in bronzo, sono state create in creta originariamente poi attraverso una difficile formatura in gesso sono state trasformate in splendide resine patinate a bronzo .
Ma ora voglio tornare al ‘’ marmo ‘’ perche credo che sia una materia che ogni scultore/scultrice che voglia affrontare la scultura da un punto di vista professionistico deve lavorare e ritengo opportuno sia interessante soffermarsi sulle grandi ‘’ opere monumentali ‘’ che la Frittelli ha collocato in varie localita’ italiane – europee – ed extraeuropee negli ultimi anni.
Una di queste è la ‘’ morte della vita ’’ creata sul posto e collocata nel Parco delle Sculture a Prielep in Macedonia.
In marmo bianco statuario di oltre 2 metri di altezza su un basamento in marmo verde di circa 60 cm si staglia bianca come il ghiaccio perenne nel terso cielo macedone a simbolo di pace. Queste figure mi hanno stimolato due possibili interpretazioni: la prima è semplicemente un uomo che tiene in braccio la vita di una donna che svanisce, che muore, ma l’impostazione della figura maschile mi fa ricordare un indovino, un oracolo, non per niente siamo vicini alla grande grecia.
Sembra quasi che questa figura presagisca gli avvenimenti tragici che seguiranno in macedonia.
Siamo infatti nel 1997 – qui l’autrice ha rappresentato una situazione drammatica, colma di dolore e di disperazione in un modo, però, contenuto, è realizzato umanamente, con una emozione non esaperata, ambedue le figure scaturiscono da un unico blocco, la forma, la vitalità, la bellezza che questa scultura trasmette è ottenuta dalla singolare fusione di un modellato plastico e di un modellato pittorico.
La sua capacita’ di animare le forme con la luce e l’ombra la si trova in un’altra importante scultura del 1999 ‘’ alla ricerca dello spirito bianco ‘’ qui l’artista cerca quel sottile legame che unisce la gente delle Alpi Apuane dei paesi di Minucciano, Gorfigliano, dove la Frittelli ha lavorato per diversi anni a tre grandi sculture vivendo a contatto con i cavatori e le loro famiglie in questa splendida vallata quasi irreale sotto le grandi montagne bianche tra i boschi di castagni e noci.
Qui ho visto il grande blocco di marmo bianco trasformarsi: il regno animale si fonde nel regno vegetale per vedere nascere frammenti di figure umane.
Qui viene affrontata la metamorfosi della natura con potenti volumi e abilissimi passaggi chiaroscurali che danno risalto ai soggetti.
E’ comunque il grande tronco del castagno che si allarga e crea il collegamento tra le immagini nel quale sono incastonate.
La scultrice è riuscita a realizzare un primo, un secondo, un terzo piano accentuando le azioni e gli atteggiamenti dei personaggi raffigurati.
Creando così un equilibrio delle masse e dei diversi punti di vista, movimentando l’insieme conferendo alla scultura un’impressione dinamica.
Un altro aspetto che non possiamo tralasciare della produzione artistica di questa scultrice sono le ‘’ceramiche‘’, la manipolazione e modellazione della creta nella sua ricerca hanno un posto determinante specialmente negli ultimi lavori nei quali le incisioni non hanno solo uno scopo di ornare ma creano solchi e fori in cui l’ombra si addensa movimentando i piani.
I corpi sono un riferimento figurativo ormai lontano, i segni incisi e le pennellate di colore danno forza all’immagine definendo un percorso che anima la materia.
I segni colorati inseguono le forme tondeggianti e si inseriscono con eleganza sulla superficie.
Le pose di questi personaggi sono ricercate, sempre un po’ teatrali con effetti espressionistici marcati mentre i motivi decorativi policromi si stendono sulle superfici adattandosi alla forma.
Il segno ondulato degli smalti si svolge irregolarmente sul modellato seguendo le sue curve, assecondandone il volume.
Con questa mia ultima e sintetica descrizione delle opere della mia cara amica Franca lascio a voi il piacere di andare a vedere quanto prima dal vivo le opere di questa eclettica persona dell’arte contemporanea.

2020
Prof. Chrostopher Frank Leachman
International Centre for Arts – USA